LA GRAVIDANZA

Nella cultura popolare il periodo della gravidanza é ricco di spunti, dicerie e consigli di vario tipo, tesi ad indovinare il sesso del nascituro o ad evitare influssi negativi sullo stato di salute della madre e del bambino.

Si riteneva, ad esempio, che lo scavalcamento di una catena o di una corda da parte della futura madre potesse comportare il rischio del cordone ombelicale al collo del nascituro durante il parto. Questa, inoltre, non poteva più dare da mangiare ad un asino, altrimenti la gravidanza si sarebbe prolungata per tredici mesi, portando in grembo un feto morto. Durante la trebbiatura non poteva assolutamente toccare il grano fresco che veniva versato nel mezzetto, poichè il nascituro altrimenti avrebbe avuto delle imperfezioni sessuali o comunque sarebbe risultato sterile.

Le voglie che avrebbero potuto deturpare il corpo del nascituro, derivavano dall’inconsapevolezza della futura mamma di toccarsi quella parte del corpo nel momento in cui desiderava qualcosa a lei controindicato od impossibile da avere.

Il desiderio da parte del padre di avere un figlio maschio, quale aiuto per il lavoro nei campi ed erede del patrimonio familiare, così come della madre e della suocera di avere una femmina, quale ausilio nei gravosi compiti domestici, aveva dato luogo a curiosi metodi di previsione del sesso del nascituro.

Uno, ad esempio, era quello di chiedere improvvisamente ad una gravida che cosa era accaduto alle proprie mani: se questa guardava il dorso sarebbe nato un maschio, altrimenti una bambina. Un altro metodo molto diffuso era quello di versare una goccia di latte in un bicchiere pieno di acqua: se la goccia si spandeva sarebbe nata una femmina, se cadeva fino in fondo, rimanendo intatta, un maschio. Ed ancora, maschio se inavvertitamente la madre girava il mestolo verso destra, femmina se verso sinistra. Ancora oggi vi é la credenza che una pancia a punta sia foriera di un maschio, mentre una tonda di una femmina.

Durante la gravidanza e per tutto il periodo della stessa, per riempire lo stomaco ed irrobustire le ossa del nascituro, alla dieta della futura mamma veniva aggiunto un buon bicchiere di vino a tavola. Questa credenza sulle proprietà terapeutiche del vino veniva applicata anche con i nati prematuri, specie settimini, che, alla nascita, venivano immersi in una vasca di acqua calda nella quale era stato versato del vino. Questa usanza popolare in realtà permetteva di staccare le varie mucosità nasali e delle prime vie respiratorie, migliorando così la ventilazione del neonato.