AREA DELLA TREBBIATURA

Una delle fasi più interessanti della vita agricola è sicuramente la trebbiatura. Nell’area museale si è voluto ricostruire uno scorcio del tempo passato, raccogliendo sei macchine che rappresentano un “monumento” alla vita.
Quando i contadini si riunivano, famiglie intere dedicavano giorni e giorni alla raccolta del grano, alimento fondamentale nell’economia della vita e base primaria della sopravvivenza dell’uomo fin dall’antichità, trovavandosi tutti difronte a queste immense macchine che cercavano di rendere più facile il duro lavoro.

Quanti uomini hanno lavorato ai piedi di queste trebbie, quante generazioni si sono susseguite; ora queste macchine seppur obsolete, ricordano tempi che non torneranno più, tempi in cui la fatica era appagata da un geto, da un sorriso, da una risata, tempi in cui si pensava solo a sopravvivere, dove il denaro contava ben poco.
La festa legata alla fase della trebbiatura, è forse uno dei momenti più emozionanti della vita passata.

Seppur distrutti dalla fatica i lavoratori attendevano il momento del pranzo, dove la tradizione voleva che fosse festeggiata la raccolta con la “papera muta”, che si allevava prorio per quei giorni.

La festa, la fatica, il riposo sono tutti quadri di vita legati a questa fase molto importante per l’economia delle famiglie di un tempo, era un appuntamento imperdibile, un modo di vivere ormai lontano, ormai perduto
.
Vivere in quei giorni non sarà stato sicuramente facile, ma questa difficoltà ci è testimoniata proprio da queste macchine che sopra di loro sembrano portare tutta la fatica di quelle persone che vi hanno lavorato intorno; testimoni di un modo di vivere che spesso oggi viene rifiutato.
Per ricordare a tutti un passato così vicino eppur lontano, sono esposte non solo come esempio dell’ingegnosità umana, ma come ricordo della fatica dell’uomo, fatica mai doma che è base per la sopravvivenza delle generazioni future, che seppur aiutate dal progresso scientifico non possono non ricordare il passato di sudore e di dignità che ci ha reso orgogliosi della nostra storia.